Il mutuo a tasso variabile ancora l'evoluzione del tasso di interresse a quella di un indice di riferimento proposto dal mutuante ed accettato dal mutuatario. Le revisioni vengono generalmente effettuate una volta l'anno. I mutui a tasso variabile si suddividono a loro volta in diverse categorie, secondo il modo in cui si ripercuotono le variazioni di tasso, sia in rialzo che il ribasso.
Mutuo a tasso con"cap"
E' un mutuo a tasso variabile il cui rialzo, e talvolta il ribasso, sono vincolati per contratto al tasso di ingresso. Se il tasso di ingresso è del 4,5% con un cap a 2,5 punti, il tasso a regime non potrà superare la soglia del 7%, qualunque sia la congiuntura. Lo scopo è permettere ai mutuatari di beneficiare delle possibilità di ribasso, con una certa sicurezza in caso di rialzo dei tassi.
I mutui a durata fissa e a scadenze variabili
Le rate mensili oscillano con una soglia massima e una minima per proteggere i mutuatari.
I mutui a durata variabile e a scadenze fisse
L'importo delle scadenze non varia ma, secondo i rialzi o i ribassi del tasso dell'indice, la durata del rimborso si riduce o si prolunga.
I mutui a durata e rate variabili
Per alcuni mutui, il tasso può variare secondo l'indice di riferimento, con conseguenze sulla durata del mutuo, mentre la rata mensile evolve automaticamente, in funzione di un altro indice, quello dei prezzi al consumo oppure quello del costo della costruzione. Indicizzando la rata la si può fare evolvere al ritmo dell'inflazione, mantenendo costante il tasso di impegno del mutuatario, il che risulta utile per assorbire gli eventuali rialzi dei tassi o, se i tassi rimangono stabili, per abbreviare la durata del mutuo.
Temi: mutui ipotecari, tasso fisso, tasso variabile
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